Territori del Volto: la mostra

Uncategorized Aug 08, 2024

 

"TERRITORI DEL VOLTO - Ritratto come Bussola dell'Identità". Con questo focus il prossimo 7 Settembre 2024 si inaugura a Brescia, nella Sala del Romanino in Vicolo delle Stelle 4 - storica sede AAB  Associazione Artisti Bresciani - la mostra personale antologica dell'artista visivo nato in Italia, nel capoluogo lombardo e da anni residente in Spagna: Jervé, all'anagrafe Gustavo A. Palumbo.

Gli orari di apertura sono dal Martedì alla Domenica dalle 16,00 alle 19,30.

L'antologica espone al pubblico un significativo numero di ritratti pittorici appartenenti a varie fasi dell'attività dell'autore, prestati per l'occasione dai rispettivi proprietari, insieme ad opere di recente e recentissima realizzazione, che aprono un capitolo ontologicamente nuovo nella ricerca su un tema e un genere che viene variamente considerato all'interno di tutta la storia dell'Arte.

Le quasi quaranta opere in catalogo saranno visibili fino al 18 Settembre 2024, quando in occasione del finissage della mostra vi sarà un evento particolare di cui verrà data comunicazione prossimamente.

Il progetto "Verba"

Già nel 2022, nella stessa sede espositiva l'artista presentò la primissima realizzazione frutto del Progetto "Verba - Humanity Lexicon", con il quale è stata totalmente rivoluzionata la procedura di posa del soggetto. Per la prima volta nella storia infatti, in seguito ad una sessione di "contatto essenziale" progettata appositamente allo scopo di permettere un intervallo di connessione profonda con la propria interiorità, il soggetto del ritratto può partecipare attivamente alla creazione dell'opera, divenendone a tutti gli effetti co-creatore e permettendo esiti creativi che non hanno precedenti per intensità di interiorizzazione.

Lo si può vedere in QUESTE immagini di una delle opere della serie, presenti in mostra.

L'artista con alcune opere della serie "Verba".


In questa antologica, a distanza di due anni dalla prima, vengono esposte le opere di ritratto finora realizzate con il format "Verba", secondo una procedura unica nel suo genere, e già con il numero di pezzi a disposizione in contemporanea è possibile riconoscere la logica di un progetto che per il suo livello di innovazione non è immediatamente comprensibile nei suoi vari e interconnessi aspetti.

E la differenza strutturale - nonché di esito artistico - rispetto alle opere di ritratto ottenute con posa tradizionale appare evidente a prima vista. Lo si vede con chiarezza confrontando i ritratti precedenti, sia realizzati in pittura che a disegno con pastello su carta preparata.

Giulia Farnese e Il progetto "DUO"

Tra le più affascinanti novità presentate nella personale c'è la prima realizzazione assoluta di "DUO", progetto di ritratto doppio che ha avuto una gestazione molto singolare. 

Nel novembre del 2023, grazie alla Regione Lazio, l'organizzazione Tuscia in Fiore ATS indisse un premio internazionale chiamando gli artisti a ridare un volto a Giulia Farnese, in occasione del Cinquecentenario dalla sua morte. La nobildonna, che in una vita degna di un romanzo fu scandalosamente concubina di Papa Alessandro VI, venne proprio per questo condannata dalla sua famiglia alla Damnatio Memoriæ, dal momento che i Farnese, dopo la sua morte fecero distruggere tutti i ritratti con cui i maestri del tempo avevano onorato la sua leggendaria bellezza.

Per questo motivo l'opera che cinque secoli dopo veniva realizzata dall'artista per il "Premio Internazionale delle Arti Giulia Farnese - Fascino e Mistero" fu concepita sin dall'inizio come un ritratto doppio, un nudo di coppia, al fine di rappresentare la protagonista insieme alla vicenda che visse.

Per progettare con precisione il modelletto del'opera è stata usata Intelligenza Artificiale generativa, mentre per la realizzazione del manufatto finito sono state tassativamente impiegate le tecniche codificate e raccolte nello storico manuale di Cennino Cennini, Il Libro dell'Arte, edito all'inizio del 1400, tecniche che prevedono un alto livello di manualità.

 L'opera vincitrice del Premio delle Arti Giulia Farnese, prossimamente in mostra alla Biennale di Venezia  


Risultata nel Marzo scorso vincitrice del Premio Giulia Farnese, l'opera ha già iniziato un percorso espositivo itinerante che la porterà dai luoghi nativi di Giulia, nella Tuscia durante il 2024, a diverse regioni italiane nel 2025, anno del Giubileo e all'estero negli Istituti Italiani di Cultura nel 2026.

Con un intermezzo significativo alla Biennale di Venezia, nello Spazio Accorsi, all'Arsenale tra ottobre e novembre 2024.

Attualmente in prestito a Padova, voluta fortemente dalla curatrice Serena Baccaglini per la mostra evento Estremo Oriente e L'Italia/ sbarcherà a Brescia in tempo per la personale dell'autore che si inaugura il 7 settembre.

Dal format di "Giulia Farnese e Papa Alessandro VI" ha preso slancio la ricerca del progetto "DUO", che applica al ritratto doppio alcuni principi di contatto introspettivo impiegati nel ritratto singolo della serie "Verba".

La prima realizzazione del progetto "DUO", che attraverso una sessione interattiva di coppia indaga la relazione tra due soggetti, verrà presentata come novità assoluta durante la mostra, con le testimonianze dei primi due diretti interessati.

La sessione introspettiva, indispensabile alla realizzazione dell'opera, ha dato risultati entusiasmanti, confermando l'interesse del progetto, il cui concept è spiegato nella presentazione liberamente scaricabile a QUESTO LINK

Di ognuno dei progetti è naturalmente data ampia descrizione nel catalogo edito per l'occasione.

Il catalogo della personale, disponibile durante l'esposizione e in seguito attraverso l'artista.


Il senso del Sacro

Le opere di soggetto sacro presentate hanno come comune denominatore la libertà da prescrizioni liturgiche e l'intento interpretativo umanista, tanto da dare luogo ad iconologie che non trovano precedenti nelle scritture ma al contempo si impongono per evidente forza iconica.

Come per esempio nel Christos Eirenopoios, una intensa rappresentazione del Cristo Portatore di Pace che appare inaspettato in un teatro di guerra contemporaneo come quello del Medio Oriente. Anche qui l'utilizzo delle AI generative si ferma rigorosamente alla fase progettuale, che prosegue in modalità ultramanuale nella realizzazione del manufatto artistico, realizzato con tecniche proprie delle icone ortodosse.

Un dettaglio del Christos Eirenopoios, con le lavorazioni in doratura da iconografo


Insomma la personale del settembre 2024 rappresenta una tappa importante della ricerca artistica dell'autore, che dopo 11 anni di interruzione totale, alla ripresa dell'attività mostra uno spessore teoretico e un accresciuto livello tecnico rispetto alle fasi precedenti.

E il grado di coinvolgimento interattivo con i soggetti delle sue opere di ritratto appare decisamente promettente in merito a sviluppi futuri.

Ecco il teaser della mostra:

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