christos eirenopoios

icona di pace nel tempo del conflitto

 

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christos 

eirenopoios

 

icona di pace nel tempo del conflitto

 

 
 

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Le opere che nascono con intento dichiaratamente iconico trovano ideale destino come preziose repliche in fac-simile con materiali e lavorazioni di pregio.

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l’icona su una nuova linea di tempo

  

La pittura iconica trae origine dalla tradizione iconografica ortodossa, che ha canoni prestabiliti per comporre la rappresentazione con proporzioni non naturalistiche ma simboliche.

Le indicazioni tramandate lasciano pochi spazï di manovra per gli iconografi, mentre in questo caso l’artista ha scelto di ampliarne alcuni a fini espressivi.

Da un lato infatti il millimetrico allineamento frontale al centro dei soggetti, il Cristo e la Colomba, universale simbolo di pace, si rifà ai modi degli iconografi.

Come pure l'astrazione dalla scena materiale tramite lo spazio circolare dorato dell’aureola.

Mentre l’inserimento di elementi che turbano la simmetria sposta lo sguardo sui dettagli, che non provengono né dalla tradizione iconologica ortodossa e nemmeno da quella occidentale, ma dall'attualità del conflitto globale in corso.

Tanto critica da richiedere a tutti riflessioni su principi universali.

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"vi lascio la pace, vi do la mia pace" 

 

Non vi sono precedenti nel racconto delle sacre scritture che abbiano generato iconologie dove Cristo sia associato in modo sintatticamente esplicito al concetto di Pace.

Ma semmai al mandato interiore ai discepoli, con le parole “Vi lascio la Pace, vi dò la mia Pace”.

Ma nel momento storico di massima crisi globale, il mandato cristico travalica la dimensione intimista per esteriorizzarsi e divenire canone, nella figura del Cristos Eirenopoios, ossia Cristo Portatore di Pace.

Che in questa opera spinge il suo essere “presente” fino ad incrociare lo sguardo con lo spettatore, mettendosi con esso in relazione, proprio nel momento in cui, con la mano destra libera il simbolo affinché spicchi il volo.

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"nessuno vieti la pace" 

 

Nel cartiglio sul ramoscello di ulivo, riferite alla Pace, compaiono in lingua greca le parole “nessuno mi può vietare”.

E sullo sfondo della scena il nero ed il fuoco dei luoghi di origine del Cristo, devastati dalla terribile guerra in atto.

L’intervento delle A.I. generative riguarda la sola progettazione dettagliata del “modelletto”. La realizzazione fisica del manufatto è stata del tutto manuale, stratificando i materiali codificati, i fondi oro e la pittura, per sostenere adeguatamente con la materia il solenne impianto simbolico.

l’icona su una nuova linea di tempo 

La pittura iconica trae origine dalla tradizione iconografica ortodossa, che ha canoni prestabiliti per comporre la rappresentazione con proporzioni non naturalistiche ma simboliche.

Le indicazioni tramandate lasciano pochi spazï di manovra per gli iconografi, mentre in questo caso l’artista ha scelto di ampliarne alcuni a fini espressivi.

Da un lato infatti il millimetrico allineamento frontale al centro dei soggetti, il Cristo e la Colomba, universale simbolo di pace, si rifà ai modi degli iconografi.

Come pure l'astrazione dalla scena materiale tramite lo spazio circolare dorato dell’aureola.

Mentre l’inserimento di elementi che turbano la simmetria sposta lo sguardo sui dettagli, che non provengono né dalla tradizione iconologica ortodossa e nemmeno da quella occidentale, ma dall'attualità del conflitto globale in corso.

Tanto critica da richiedere a tutti riflessioni su principi universali.

Non vi sono infatti precedenti iconologici specifici nel racconto delle sacre scritture che abbiano generato rappresentazioni nelle quali la figura del Cristo sia associata in modo sintatticamente esplicito con il concetto di Pace. Ma semmai un mandato interiore ai discepoli, con le parole “Vi lascio la Pace, vi dò la mia Pace”. Mentre in questo caso, e nel momento storico di massima crisi globale, il mandato cristico travalica la dimensione intimista del commiato durante l’ultima cena per esteriorizzarsi e divenire canone, nella figura del Cristos Eirenopoios, ossia Cristo Portatore di Pace che, al contrario che nelle icone della tradizione, in cui il soggetto aveva una “presenza”non naturalistica ma simbolica, funzionale ai fini devozionali, in questa opera spinge il suo essere “presente” fino ad incrociare magneticamente lo sguardo con lo spettatore, mettendosi con esso in relazione, proprio nel momento in cui, con la mano destra libera il simbolo affinché spicchi il volo. Ed anche gli occhi del volatile, restituito in modo naturalista - benché con apertura alare maggiore del reale - così come quelli del Cristo sono rivolti verso lo spettatore, al quale idealmente la pace viene diretta, ossia ad ognuno di noi viventi. Nel cartiglio annodato al ramoscello di ulivo compaiono in greco le parole “nessuno mi può vietare”. Sullo sfondo il nero ed il fuoco dei luoghi di origine del Cristo, devastati dalla guerra in atto. Come in altre opere dello stesso autore, l’intervento delle A.I. generative riguarda la fase progettuale di definizione dettagliata del “modelletto”, per poi procedere fisicamente alla realizzazione del manufatto in modo del tutto manuale, stratificando con i materiali codificati, i fondi oro e la pittura, al fine di sostenere adeguatamente con la materia il solenne impianto simbolico.

calendario espositivo dell’opera originale: 

 

6 - 25 luglio 2024 | Padova | Galleria Civica Cavour 
L'ESTREMO ORIENTE E L'ITALIA | Visioni d'arte a confronto

19 - 29 Luglio 2024 | Monopoli |  Chiesa Rettoria S. Maria Amalfitana
TRASCENDENZE | I Portali dell'Infinito

4 - 25 Agosto 2024 | Padova | Galleria Civica Cavour
L'ESTREMO ORIENTE E L'ITALIA | Visioni d'arte a confronto

7 - 18 Settembre 2024 | Brescia | AAB Sala del Romanino
TERRITORI DEL VOLTO | Ritratto come bussola dell’identità

continua...

calendario espositivo
dell’opera originale:
  

6 - 25 luglio 2024 | Padova Galleria Civica Cavour | L'ESTREMO ORIENTE E L'ITALIA | Visioni d'arte a confronto

19 - 29 Luglio 2024 | Monopoli | dettagli

1 - 25 Agosto 2024 | Padova Galleria Civica Cavour | L'ESTREMO ORIENTE E L'ITALIA | Visioni d'arte a confronto

7 - 18 Settembre 2024 | AAB Brescia Sala del Romanino | TERRITORI DEL VOLTO | Ritratto come bussola dell’identità

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